La
donna grida tenendosi il ventre gravido. È prossima al parto, ma l’essere che
porta in grembo non si decide a nascere e lei soffre come mai ha sofferto in
eoni d’esistenza. Donna? È un termine troppo limitato per lei: la sua apparenza
potrà essere anche femminile, ma lei è al tempo stesso molto di più e molto di
meno. Ha avuto molti nomi e molti aspetti. Per gli abitanti della perduta Akkad
e per Gilgamesh, la cui strada incrociò quando il mondo era ancora giovane, era
Kiskil-lilla; per i Babilonesi che la temevano era
Lilitu, il demone vampiro che cacciava ed uccideva i neonati quando calava la
notte; per gli Ebrei era Lilith la prima moglie di Adamo, scacciata dall’Eden
per essersi rifiutata di sottomettersi al suo sposo e a Dio e divenuta la Madre
dei Demoni, nemica giurata dell’umanità. Il suo mito è vecchio quanto l’umanità
stessa, il suo nome era già sussurrato con terrore nelle terre ad Ovest e ad
Est del Mare di Vilayet in quella che un giorno sarebbe stata chiamata Asia
Minore in un’era mai sognata. Ha visto imperi forgiati da uomini arroganti
sorgere e scomparire come polvere portata dal vento del deserto. Col tempo il
timore che gli uomini avevano di lei si è andato attenuando ed il suo potere su
di loro si è indebolito, ma lei resiste, anche ora che il freddo sferza la sua
pelle bianchissima, un freddo che lei ignora mentre i suoi occhi si accendono
del colore della brace, i suoi canini appuntiti stridono ed urla di nuovo.
Ancora una volta è in attesa di dare alla luce qualcosa di empio ed inumano, ma
il travaglio è difficile e doloroso e nel dolore lei urla ed invoca nomi
dimenticati da millenni ed attraverso migliaia di chilometri in terre molto
lontane da quelle, in un clima molto differente, le sue invocazioni vengono
ascoltate.
#28
L’OMBRA DEL MALE
1.
Iraq, nel centro dell’antica Mesopotamia. La carcassa di
un camion è la muta testimone dell’ennesimo assalto alle forze americane di stanza
in questa tormentata regione. Morti e feriti sono già stati portati via, ma
stavolta c’è qualcosa di diverso: uno dei razzi sparati dai ribelli iracheni ha
aperto quello che sembra l’ingresso ad una galleria sotterranea ed ora una
squadra di Rangers la sta esplorando per assicurarsi che non sia il covo di
qualche gruppo nemico od una galleria di collegamento. Entrando, uno dei
soldati striscia con lo stivale su un segno tracciato chissà quando sul
pavimento e lo cancella parzialmente, senza nemmeno accorgersene.
-A me dà più l’aria di
una tomba, sergente.- dice uno dei soldati.
-Nessuno ha chiesto la
tua opinione soldato.- replica il Capo Squadra, ma dentro di se è giunto alla
stessa conclusione. Non ci vuole un genio per capire che questo non è un luogo
da cui siano mai passati i guerriglieri, il puzzo di chiuso e di qualcos’altro
lo prova più che abbastanza. Questo luogo potrebbe al massimo interessare gli
archeologi, non i militari.
-Sergente! L’ha sentito?-
esclama un altro dei soldati.
-Cosa?-
-Sembrava… un grido di
donna.-
Il sergente tace per un paio di secondi. Si, anche lui
l’ha udito, o meglio non saprebbe giurare di averlo proprio udito, tuttavia…
-Avrai sentito una
civetta o un gufo.- replica stizzito.
-Io giurerei che era una
voce di donna, ma come? Non mi prenda per vigliacco sergente, se le dico che
preferirei esser fuori da qui, subito.-
-Usciremo quando avremo
finito l’esplorazione di questo cunicolo e non prima.- ribatte il sergente, ma,
per quanto sia restio ad ammetterlo, anche lui percepisce una sensazione di
pericolo, qualcosa che non riesce a spiegare, ma che sente nel profondo delle
ossa.
Fuori il sole tramonta illuminando di rosso la pianura.
All’interno qualcosa si muove.
-Cosa… cos’era quel
rumore?- grida un altro soldato.
Nel buio brillano due occhi rossi come il fuoco ed una
voce che sembra venire da oscuri abissi parla per la prima volta da secoli o
millenni.
-Umani!-
Qualcosa esce dall’oscurità e si muove verso
di loro, un essere dall’aspetto vagamente umanoide, ma più alto e più grosso di
qualsiasi essere umano conosciuto. È praticamente nudo, la sua pelle ha un
colore rosso o violetto, non si capisce bene alla luce artificiale delle torce
dei soldati, i suoi denti sono zanne appuntite.
-Mi avete liberato da una lunga prigionia e per questo avete
la gratitudine di Ardat-Lili... Vi darò una rapida morte invece di farvi
soffrire a lungo.-
-Sparategli!- urla il
sergente quasi istericamente.
E lo fanno, ma è inutile, le armi dei soldati non fanno
nulla alla creatura, che piomba su di loro ridendo. Sono passati meno di due
minuti e tre dei soldati sono morti. Il sergente è ora appoggiato alla parete e
si chiede se qualcuno di sopra ha udito gli spari. Perché non vengono ad
aiutarlo? Perché? L’essere che si chiama Ardat-Lili gli si avvicina
sogghignando.
-Avevo detto che vi avrei ucciso senza farvi
soffrire…- dice -…
con te…. Mentivo.-
Le
urla del sergente riempiono l’oscurità, poi c’è solo il silenzio. La creatura
esce dal cunicolo e si ferma quasi ad assaporare l’aria aperta, poi dice:
-Ho udito il tuo richiamo
e sto arrivando, mia signora.-
E s’incammina sulla sabbia… senza lasciare tracce alle sue spalle… a parte quattro scheletri spolpati con indosso brandelli di divise dell’Esercito degli Stati Uniti.
Il Sergente
Michael Henderson della Polizia Metropolitana di Londra, meglio nota, dal nome
del suo Quartier Generale, come Scotland Yard, non è mai stato un uomo
superstizioso. Certo, avere a che fare con vampiri ed un certo numero di
creature soprannaturali può cambiare il tuo modo di vedere certe cose, ma
questo non significa necessariamente cadere preda di paure irrazionali. Tutto
giusto, eppure, mentre con gli altri uomini della sua squadra si avvicina ad un
villino isolato nel Borgo di Lambeth non può reprimere un brivido di paura. Da
quanto ha appreso nelle sue indagini quel villino è stato di recente acquistato
da un tedesco di nome Murnau, l’agente immobiliare che ha trattato l’acquisto è
scomparso senza lasciare tracce ed i precedenti proprietari sono morti poche
settimane dopo in circostanze poco chiare. Da allora nella zona di Lambeth si
sono verificati strani decessi attribuibili ad un vampiro e si sono verificati
sempre più frequenti casi di malattie infettive che almeno in teoria non
dovrebbero più accadere in una metropoli come Londra. Tutto porta a ritenere
che in qualche modo il misterioso Murnau ne sia la causa e questo rende
imperativo entrare nel villino. Henderson ha una notevole esperienza in questi
casi ormai e sa bene che quando si ha a che fare con i vampiri è saggio
avvicinarsi al loro covo di giorno, quando sono immersi nella catalessi che li
fa assomigliare ai normali defunti. Certo, lui sa che esistono vampiri che sono
capaci di muoversi anche di giorno, ma sono una piccola minoranza e c’è da
sperare che questo non sia il caso di colui che stanno cercando.
La
prima cosa che il Sergente decide di fare è bussare alla pesante porta di
legno. Una lunga attesa poi…la porta si apre lentamente.
Lo chiamano Harker Manor, ma ad essere onesti
non è un maniero nel senso più tradizionale del termine, ma una grande villa in
stile georgiano al centro di un piccolo parco, protetta da un ampio cancello.
In un ampio salone sotterraneo l’attuale proprietario, l’uomo chiamato Frank
Drake, sta tenendo un’improvvisata lezione ad un ben strano uditorio:
-Alcuni di voi si
chiederanno lo scopo di tutto questo, ebbene, lasciate che vi dica che i nemici
che ci è toccato in sorte di affrontare sono quanto di più pericoloso possiate
immaginare. Sono assolutamente immuni alle armi tradizionali e non si tratta di
comune invulnerabilità, ma di qualcosa di molto peggio sono più forti e più
veloci di qualunque altra creatura sulla Terra e la perfetta efficienza fisica
è essenziale per la vostra stessa sopravvivenza, per non parlare del destino
della vostra anima immortale… e non lo sto dicendo in senso figurato. Siete
pronti dunque?-
Un attimo di silenzio, poi l’uomo di colore di nome Blade
parla e nella sua voce c’è una nota d’impazienza:
-Facciamola corta, Drake,
ho accettato di accompagnarti in Inghilterra per poter far fuori qualche
vampiro, non per partecipare ad un torneo di lotta. Combatto i vampiri da anni
ormai e non ho bisogno di stupidi allenamenti per farlo.-
-Davvero?- Drake si
concede una smorfia che assomiglia ad un sorriso sarcastico -Mi fa piacere per
te.- dice alzando la mano destra. Al suo segnale Taj Nital, il gigantesco
indiano da poco ritornato nel gruppo dei cacciatori di vampiri lo afferra alla
vita e stringe.
-Mollami maledetto
scimmione!- esclama, stizzito, ma non realmente preoccupato, Blade. Scalcia con
le gambe sollevate dal suolo incontrando l’aria. La presa di Taj è solida e gli
toglie il fiato, Blade annaspa, tutti i suoi tentativi stanno andando a vuoto.
-Credo che possa bastare
Taj, lascialo andare.- dice a questo punto Drake.
Blade si ritrova a terra. L’uditorio si lascia scappare
qualche risatina, ma basta uno sguardo di Blade per far loro passare la voglia
di continuare.
-Ok, ho capito il punto,
Drake, ma se l’amico qui presente fosse stato un vampiro o uno zombie, a
quest’ora avrebbe i miei coltelli conficcati in tutto il corpo.-
-Non ne dubito Blade,
anche se resta da vedere se davvero ti sarebbero stati utili contro uno zombie.
Mi pare chiaro, comunque, di aver dimostrato che nemmeno uno esperto come te è
immune dall’essere colto di sorpresa, quindi…-
-Mi scusi Mr. Drake…-
interviene il giovane Arthur Holmwood -… ma crede sul serio che dovremo
affrontare degli zombie? Credevo che il nostro obiettivo fossero i vampiri.-
-In questo tipo di lavoro non si sa mai che tipo di creature
soprannaturali si possono incontrare.- replica Frank –Dieci anni fa credevo che
i vampiri fossero solo leggende e da allora ho incontrato ogni sorta di
creatura da incubo. Dobbiamo essere preparati. Per questo il vostro
addestramento dovrà comprendere anche lo studio dei vari tipi di creature
soprannaturali e dei sistemi per sconfiggerle.-
-Ah Drake, se il vecchio Harker
fosse vivo sarebbe fiero di te.- commenta sarcastico Blade.
-Lo spero. Io… King che ti succede?
Il
vampiro Hannibal King, il più strano del gruppo di avversari del
soprannaturale, si sta portando le mani alle tempie con una smorfia di sofferenza:
-Non lo sentite?- grida ai suoi
compagni –Non sentite il grido?-
-Io si.- risponde Blade –Il grido
di una donna, ma sembrava così lontano che credevo di averlo immaginato.-
-Ora che lo dite…- interviene
Frank -… anche a me è sembrato di aver sentito qualcosa almeno per un istante.-
-Un richiamo per coloro che
possono udirlo.- dice King ora più calmo –Un richiamo che viene da lontano e
lanciato da labbra non umane.-
Taj
corruga la fronte. Se potesse parlare esprimerebbe tutta la preoccupazione che
è costretto ad affidare ai veloci movimenti delle sue dita.
-Si Taj.- commenta Drake –Forse
dovremo indagare su questo fenomeno. Se solo sapessimo da che parte
cominciare.-
2.
La
tempesta infuria sul Grande Nord Canadese. Con un tempo simile, qui, in
prossimità del Circolo Polare Artico, nessuno oserebbe uscire da un comodo riparo
se non fosse completamente pazzo o disperato.
L’essere
in forma di donna si contorce sul tappeto di neve molto meno immacolato della
sua pelle candida come l’avorio. Ancora una volta urla tenendosi il ventre
gravido e stavolta il suo grido viene ascoltato da orecchie vicine.
La
figura è quella di un uomo molto alto e robusto. Emerge improvvisamente quasi
dal nulla, come se il vento gelido e sferzante non esistesse. E si avvicina
alla figura sdraiata al suolo che lo fissa con un lampo di riconoscimento.
-Tu!- esclama.
-Si, Madre, io.- risponde il nuovo
venuto –Molto ho camminato per raggiungerti, ma alla fine ti ho trovato. So che
cercavi questa.-
-La
spada… avevo mandato Blackout a cercarla…[1]
E ora l’hai tu.-
-Si. Ho incontrato Blackout lungo
la strada[2]
e… diciamo che l’ho convinto a cedermela. So che ne hai bisogno, Madre, e come
un figlio devoto sono venuto a portartela. Un figlio che ti deve la fine del
sogno di una vita normale ed il massacro della sua famiglia. Volevi la spada di
Foundry per far nascere un nuovo abominio. Eccotela, ora è tua!-
E
con un gesto secco l’uomo, se tale è, affonda la spada fino all’elsa nel ventre
della donna che ha chiamato madre.
Lilith,
la Madre dei Demoni, lancia un grido
che nulla ha di umano, un grido che, come si è soliti dire, è così forte da
svegliare i morti, solo che questa volta il modo di dire è dannatamente vero.
Un
altro luogo, un’altra donna, se tale si può ancora chiamare, di nome Lilith.
Per la figlia di Dracula sono stati giorni di attività molto intensa.: il suo
potere come Signora dei Vampiri deve essere ancora consolidato e poi ci sono da
rimettere in piedi i pezzi del piccolo impero che suo padre aveva stabilito
nelle Isole Britanniche. La maggior parte delle proprietà della Drake
Corporation sono state sequestrate ed il suo discendente degenere, Frank Drake,
è riuscito ad assumere il controllo della maggior parte di esse, ma Vlad
Dracula non è stato capace di sopravvivere per oltre 500 anni senza prevedere
ogni evenienza e si era preparato nel caso fosse stato scoperto, mettendo al
sicuro parte del patrimonio accumulato in secoli di esistenza. Lilith dovrà
certo lottare per riottenere la sua eredità, quella stessa eredità che fu suo
padre in persona a negarle appena bambina, ma la lotta piace alla vampira ed il
discendente di quell’imbelle del suo fratellastro non è alla sua altezza, lo
piegherà certamente. Improvvisamente Lilith abbandona il corso dei suoi
pensieri, tende le orecchie. Si è… era un grido, il grido di una donna che
esprime al tempo stesso dolore, rabbia ed una furia senza limiti. Quelle
sensazioni la penetrano sino al midollo e per la prima volta da più di 500
anni, Lilith, figlia di Dracula prova una sensazione che può solo definire come
una cieca ed irrazionale paura. È impensabile, si dice, la vera erede del nome
dei Dracula non può farsi intimorire come una qualunque donnetta. Andrò a fondo
della questione e chiunque osi minacciarmi, se ne pentirà amaramente.
Si
trasforma in pipistrello e vola verso il tramonto, ma non può scacciare
l’inquietudine nel profondo del suo essere.
In
tutto il mondo coloro che sono dotati di poteri mistici, conoscenza delle arti
magiche e di un sapere da lungo tempo dimenticato sono scossi. Non sanno
perché, ma avvertono il risveglio di un male antico e si chiedono cosa potrà
accadere.
3.
Poche ore prima a
Lambeth, Londra.
Il sergente Henderson non può fare a meno di
trasalire e fare un passo indietro. L’uomo che gli ha aperto la porta sembra
quasi un fantasma, o meglio un morto vivente. È pallido ed esangue, la pelle è
tesa e quasi trasparente, gli occhi arrossati e lo sguardo spento.
-Cosa volete?- chiede con un tono
che fa sembrare che anche il solo pronunciare quelle parole gli costi un’enorme
fatica.
-Vogliamo vedere il padrone di
casa.- risponde Henderson costringendosi a riprendere contegno.
-Non è possibile.- ribatte l’altro
–Sta dormendo. Andate via.-
Ci
scommetto che dorme, pensa Henderson, è esattamente quello che mi aspettavo.
-Dobbiamo entrare.- replica –Siamo
di Scotland Yard ed abbiamo un mandato. Fatevi da parte e lasciateci passare.-
-Ho detto… ANDATE VIA!-
L’ometto
spinge Henderson con una forza impensabile vista la sua apparenza e lo fa
ruzzolare oltre i gradini del patio.
La
sorpresa paralizza gli agenti quanto basta perché l’altro faccia un balzo verso
di loro e ne colpisca uno con una manata facendolo cadere a terra.
Alle
sue spalle, nel vano della porta sono comparsi altri due uomini nelle identiche
condizioni del primo: pallidi e magri, eppure con un’aria minacciosa.
-Sparategli!- intima Henderson.
-Ma signore…- fa per dire uno
degli agenti, poi si ferma portandosi le mani alla gola. Con stupore si accorge
che è stata tagliata da un’unghiata di quello strano maggiordomo e comincia a
cadere.
-Sangue!- gridano gli altri due
saltando giù dal patio.
-Sparate, maledizione, sparate!-
urla Henderson, mentre finalmente riesce ad estrarre una pistola. I tre
servitori del misterioso Herr Murnau sono colpiti ripetutamente, ma nonostante
ciò continuano ad avanzare e colpire. Un altro poliziotto cade sotto i loro
colpi ed il suo assalitore si affretta a leccare il sangue dalle sue ferite.
Incurante delle pallottole che lo colpiscono, finche, alfine, si accascia al
suolo e con lui anche gli altri due. Henderson si rialza in piedi. Deve
ammetterlo: è stato colto del tutto di sorpresa.
-Tutto bene, ragazzi?- chiede.
A
quanto pare, solo uno della squadra è morto ed altri hanno riportato ferite
superficiali.
-Sarà meglio che vi facciate
vedere.- dice Henderson –Potrebbero essere infette, non si sa mai.-
-Quelli… non erano vampiri,
signore, vero?- chiede un agente -Ma allora cos’erano?-
-Non credo fossero vampiri,
Dodson.- risponde Henderson –Non ancora almeno, i veri vampiri non agiscono
alla luce del sole e non possono essere uccisi da pallottole comuni. Forse si
stavano trasformando in vampiri ed intanto avevano assunto alcune delle loro
caratteristiche... non lo so... non sono poi tanto esperto.-
Se
non altro ora sa che non sbagliava: è questa casa il centro dei fenomeni su cui
è venuto ad indagare. Bella consolazione.
Essere
i custodi di un cimitero non è esattamente il massimo dei lavori, ma, come si
dice, qualcuno deve pur farlo. Il Cimitero di Highgate non è uno dei più
antichi della Grande Londra, ma è di certo uno dei più famosi e suggestivi. Qui
sono sepolti personaggi famosi di cui sarebbe troppo lungo fare l’elenco.
Purtroppo la parte più antica e monumentale è quasi abbandonata a se stessa ed
è un vero peccato, considerata la qualità architettonica e storica dei
monumenti. Queste considerazioni, però, non interessano molto gli addetti alla
manutenzione questo pomeriggio.
-Hai sentito?- chiede uno degli
addetti ad un collega.
-Cosa?- ribatte l’altro
-Mi è sembrato quasi di sentire un
urlo… l’urlo di una donna.-
-Io non ho sentito niente.-
-Anche a me è sembrato di sentire
qualcosa...- interviene un terzo –… ma forse era il verso di una civetta.-
-Una civetta a quest’ora prima del
tramonto? Mi sembra molto…Ehi cos…-
Sotto
gli occhi stupiti degli uomini e donne intenti alla manutenzione le lapidi
ondeggiano e la terra si smuove.
-Un terremoto?- esclama uno.
-Non Può esse…-
Le
parole muoiono in gola mentre dal terreno cominciano ad emergere mani e teste e
l’orribile verità è posta sotto gli occhi degli astanti: i morti si stanno
levando dale tombe. Da quelle più fresche a quelle più antiche i cadaveri si
alzano in piedi. Alcuni ridotti a scheletri, altri con la carne che cade a
brandelli e i vestiti stracciati, altri ancora freschi di imbalsamazione. I
loro movimenti sono incerti all’inizio, come se fossero insicuri di cosa stia
loro accadendo, poi sembrano acquistare più scioltezza.
Gli
addetti alla manutenzione ed i visitatori presenti nel cimitero sono all’inizio
rimasti bloccati, paralizzati dall’orrore e dall’impossibilità di accettare la
realtà di quanto stanno vedendo, poi la maggior parte di loro si riscuote e
scappa in preda ad un panico cieco. Per i meno fortunati non c’è scampo: l’orda
di morti viventi gli è sopra ed in un attimo è finita. Ma anche per chi è
riuscito a scappare non c’è molta fortuna. I più fortunati riescono a trovare
la strada per uno dei cancelli e corrono disperatamente. Uno di loro è
afferrato da una mano che spunta dal terreno, urla, chiama aiuto, ma non
ottiene risposta, l’istinto di sopravvivenza è più forte della solidarietà
umana. Chi corre cerca di non udire le grida di chi è rimasto indietro,
continua a correre con il cuore che sembra scoppiare. Qualcun altro ha
imboccato la via sbagliata, inoltrandosi nell’ala più antica e si trova la
strada sbarrata da altri cadaveri risvegliatisi. Gli esseri che una volta erano
vivi li guardano con sguardo assente, come se non fossero neanche lì. Le loro
vittime: due ragazzi e due ragazze, si ritrovano praticamente circondati Si
stringono gli uni agli altri senza
fiatare, impietriti da un orrore che finora hanno visto solo al cinema, ma non
pensavano potesse diventare reale, poi il sole tramonta ed ecco che nel
gruppetto che li circonda avviene un mutamento. Il loro sguardo diviene più
vivace, gli occhi prima spenti ora si accendono di una scintilla, le labbra si
stirano, mentre ne emergono appuntiti canini e quasi all’unisono pronunciano
tutti una sola parola:
-Sangue!-
Ad
onor del vero, bisogna dire che lo strazio dei quattro sventurati dura molto
poco, prima che una morte pietosa metta fine alle loro sofferenze ed un destino
molto meno pietoso li condanni ad un destino forse peggiore della morte: unirsi
ai propri assassini.
Nel
frattempo alcuni dei fuggiaschi dal cimitero sono riusciti ad avvisare la
Polizia. Un povero agente di pattuglia è fermato da un gruppetto di persone
isteriche. Non capisce molto del loro delirio, ma, memore di alcuni fatti
insoliti verificatisi da quelle parti negli ultimi tempi, chiama rinforzi e
dopo aver loro affidato quelle persone
decide di andare personalmente a dare un’occhiata al cimitero.
Alla
stazione, intanto, il sergente di servizio riflette sul da farsi. Normalmente
certi racconti non verrebbero presi molto sul serio e liquidati come deliri di
ubriachi o dei soliti squinternati, ma il sergente ricorda una circolare che
raccomandava di avvertire una certa sezione di Scotland Yard e questo, forse è
proprio il caso di farlo. E così il sergente fa la sua telefonata… ma, come
scoprirà tra qualche ora, forse non abbastanza in fretta.
4.
In
un laboratorio sito in una villa vittoriana di Westminster, inchiodato ad un
muro con chiodi di legno e con un paletto di frassino ad attraversarle il
cuore, il cadavere di una donna bionda apre improvvisamente gli occhi e
pronuncia, quasi grida una parola:
-Morte!-
In
un’altra ala dell’abitazione, sdraiato nella sua bara di legno, il vampiro
chiamato Deacon Frost spalanca gli
occhi e nel suo sguardo, per la prima
volta da oltre un secolo si legge sgomento e forse persino paura.
La
perquisizione della casa da parte del Sergente Henderson e dei suoi uomini è
rapida ed efficace. La villa è quasi vuota, ha un aspetto evidente di
desolazione e vi ristagna un odore di marcio, di cose morte. Le stanze sono
vuote, forse nei seminterrati…
Da
una delle cantine arriva un richiamo:
-Sergente, venga a vedere.-
Ai
piedi delle scale di una cantina, con una mano ancora protesa verso l’alto
giace uno scheletro con indosso pochi brandelli di quelli che un tempo dovevano
essere stati abiti di elegante fattura. Il sergente allontana con un calcio un grosso ratto e cerca di non
pensare troppo alla causa della morte dell’uomo le cui mascelle sono ancora
spalancate in un ultimo urlo.
-Credo che abbiamo scoperto che
fine ha fatto l’agente immobiliare scomparso.- dice ad alta voce.
-Io non mi preoccuperei troppo per
lui, ormai…- dice una voce che sembra venire dall’oltretomba e con un marcato
accento tedesco -… penserei piuttosto alla vostra salvezza.-
Dalle
tenebre o forse dal nulla esce una figura e Henderson non riesce a reprimere un
moto di disgusto. È alto, ma sgraziato e sproporzionato, magrissimo, il
colorito pallido, a parte le occhiaie iniettate di sangue, La testa calva è
altrettanto sgraziata e ricorda il muso di un topo da cui spuntano due lunghi
canini appuntiti, le dita somigliano più ad artigli e terminano con lunghe
unghie appuntite. È un vampiro, certo, ma diverso da quelli che Henderson ha
incontrato finora, non potrebbe mai passare per un normale essere umano,
assomiglia esattamente a quello che è: un cadavere vivente. In qualche modo
quella figura gli è familiare ed al tempo stesso gli ispira ribrezzo, l’odore
di morte è più intenso adesso. È come se quella creatura, più di ogni altra
incontrata prima d’ora, fosse un’incarnazione della morte. Henderson arretra.
Com’è possibile che sia già in azione? Possibile che sia già calato il sole?
Dovrebbe essere troppo presto. La creatura balza in avanti cercando di
afferrargli la gola e sbattendo lontano da se due poliziotti che hanno cercato
di fermarlo. Il sergente ora sente l’alito fetido di quella caricatura d’uomo
sul suo collo e fatica a reprimere un conato di vomito. Il vampiro gli stringe
la gola adesso e pronuncia una frase sibillina in tedesco:
-Ja,
dort rastet die Lilit und findet einen Ruheplatz für sich.-[3]
Che sta dicendo? Ed è importante
saperlo mentre lo sta strozzando e le sue zanne bavose si avvicinano sempre di
più al suo collo?
Uno
sparo improvviso e l’essere allenta la presa ululando di dolore. Henderson lo
allontana con un calcio, riflettendo sul fatto che sembra più debole di quanto
ci si dovrebbe aspettare.
-Mi scusi signore.- dice un
giovane poliziotto –Non sono riuscito a mirare… io non mi sento bene…-
Henderson
alza una mano a zittirlo. Che creatura è questo vampiro? Si chiede. Parla
tedesco ed ora il sergente ricorda cosa aveva letto quando si era documentato
prima di partire per quest’inchiesta. La parola gli sale alle labbra quasi
senza accorgersene:
-Nachzehrer!-
-Si è quello che sono.- sibila la
creatura. Anche se la tua pronuncia storpia quella parola. Sono contento che tu
sappia chi provocherà la fine della tua vita terrena.-
Der
Nachzehrer, ovvero il Masticatore di sudari della tradizione germanica, la cui
sola presenza è apportatrice di malattie e pestilenze e che per poter uscire
dalla tomba deve prima divorare il suo stesso corpo ed assorbire le energie dei
viventi che passano vicino alla sua tomba. Bene, ora sa chi è, ma non sa perché
è già attivo prima del tramonto. In qualche modo quella frase che ha detto è la
chiave. Il tedesco non è il suo forte, ma ha pronunciato una parola che
sembrava un nome, un nome che ha già sentito. Ma ora non importa è il vampiro che
ha importanza, lo stesso che ora rialza la testa e che non sembra recare più
traccia della ferita infertagli da un proiettile d’argento.
-Le vostre armi non
possono farmi niente, ma il vostro sangue mi sostenterà ed i miei fratelli
pasteggeranno coi vostri cadaveri.-
Il rumore è inequivocabile: topi a decine, forse
centinaia che escono da ogni buco
-Sparategli, fatelo
fuori!- urla Henderson ed il vampiro è fatto oggetto di un fuoco concentrato,
ma quando i primi grilletti sono premuti, lui si è gia tolto dalla traiettoria.
Si muove velocemente ed è addosso agli agenti ed eccolo chino su uno di loro,
affondando i denti nella sua giugulare, mentre i suoi compagni lottano contro i
topi. Henderson afferra un frammento di legno della ringhiera e si precipita contro
l’essere che non sa chiamarsi Conte Orlok e forse non gli interesserebbe
nemmeno saperlo. Lo colpisce ripetutamente strappandogli urla di dolore, ma
ancora non riesce a trovargli il cuore. Sente i topi addentargli le caviglie e
ne sente uno risalire lungo la gamba. Una parte di lui vorrebbe mollare tutto,
ma non si concede il lusso di ascoltarla. Ancora una volta soleva la sua arma
improvvisata.
Da un'altra parte della città, a Camden, il Cimitero di
Highgate è centro di un’altra crisi: l’invasione di un piccolo esercito di
morti viventi che in molti casi col calar del sole stanno assumendo le tipiche
caratteristiche dei vampiri.
Per l’Ispettore Capo Chelm e l’Ispettrice Katherine
Fraser di Scotland Yard è un’esperienza nuova, nonostante abbiano visto cose
molto strane nella loro carriera di detectives dell’occulto.
-Ma cosa sta succedendo?
Questa città è impazzita per caso?- si chiede Chelm -Come ha fatto il cimitero
più famoso di Londra a diventare la replica del set di Thriller di Michael
Jackson?-
Kate Fraser lo guarda sorpresa dal riferimento musicale,
ma non commenta, anche perché viene assalita da… un vampiro?
-Sangue… il sangue è
vita.- grida questo tentando di morderla al collo solo per ritrarsi di fronte
al crocefisso che lei vi porta appeso. Kate non perde tempo, la sua mano corre
alla pistola che le era sfuggita poco prima e subito mette a segno un paio di
colpi diritti al cuore. Il vampiro, un ragazzo di poco più di 20 anni, si
accascia a terra. Così giovane e già “ospite” del cimitero? Eppure i suoi abiti
non sembrano adatti per una sepoltura, non per come è abituata a pensarli lei,
almeno,. Non ha tempo per pensarci oltre, ha un dovere da compiere adesso ed
avrà il suo bel daffare a restare viva.
Eppure la domanda non vuole abbandonarla: qual è la causa di quanto sta
succedendo?
5.
Dall’alto
di un tetto Lilith Dracula osserva quanto accade nelle strade di sotto. Tutto
questo non doveva accadere e la causa, ne è certa, è quel grido soprannaturale
che lei stessa ha udito. Nel più profondo del suo essere sa chi l’ha lanciato,
è una conoscenza istintiva che ogni creatura soprannaturale porta in se. Questo
significa che adesso è costretta ad agire per proteggere quello che ha appena
conquistato. Maledice la creatura che porta il suo stesso nome e che l’ha
costretta a questa decisione.
Eccola
trasformarsi in pipistrello e volare alta sui suoi sudditi scatenati,
riconoscibile dal ciuffo che ondeggia al vento della sera. Non può parlare in
questa forma, probabilmente, ma non ne ha bisogno: i suoi pensieri si
trasmettono ai vampiri sottostanti che esitano come indecisi sul da farsi,
combattuti tra i loro impulsi
primordiali e l’ordine di colei che s’impone come loro padrona, poi, piano
piano l’orda inverte la marcia e ritorna verso il cimitero. Non tutti, però… ci
sono esseri che sfuggono al controllo di Lilith, come un gruppetto di creature
scheletriche, veri e propri zombie, contro cui i proiettili, siano essi
d’argento o di comune metallo, sono dei
tutto inutili, come l’Ispettore Chelm ed i suoi uomini stanno scoprendo a loro
spese. Quello che accade è abbastanza inatteso, perché uno degli scheletri in
questione, vestito di un impermeabile e cappello sorprendentemente come nuovi
improvvisamente si ferma, colpisce uno dei suoi compagni e lo fa ruzzolare a terra, poi afferra un altro degli zombie,
lo solleva sopra la testa e lo getta contro l’altro. La carne marcia e le ossa
dei due si frantumano immediatamente.
Chelm
è sorpreso. Quello scheletro…. È possibile che… non ha il tempo di riflettere,
una nuova figura piomba in mezzo a loro: Lilith la Figlia di Dracula si è unita
alla battaglia. La vampira non parla, ma usa la sua forza prodigiosa per allontanare i morti viventi e, come ha visto
fare allo scheletro che sta ancora combattendo al suo fianco, li spezza
letteralmente. I corpi ormai semidecomposti non reggono, le ossa si
sbriciolano e per quanto ci voglia
tempo, la battaglia è finita.
-Sorpreso che l’abbia salvata, Ispettore Chelm?-
chiede Lilith con un sogghigno.
-Abbastanza.- risponde Chelm aiutando una Katherine
Fraser lacera e contusa a rimettersi in piedi -Credevo che non t’importasse
delle nostre vite. Anzi ero convinto che ci preferissi morti.-
-Oh, ma voi morirete tutti Ispettore Capo Chelm.
L’ho gia detto al suo amico Seward. Quanto a lungo vivrete lei, questa sciocca
Fraser, Frank Drake ed i suoi patetici amici
dipende solo dal mio capriccio e sarò io ed io sola a decidere della
vostra morte e se fare di voi i miei servi devoti tra i vampiri. È una sorte
che la spaventa Ispettore?-
Chelm
le punta contro la pistola e replica:
-E se io ti uccidessi qui e adesso con un colpo
preciso al cuore?-
-E chi le dice che io sia vulnerabile all’argento?
Sa che non sono come gli altri vampiri. E comunque… se io fossi più veloce di lei, le strappassi la pistola prima che
possa sparare e le spezzassi la gola o mi nutrissi del suo sangue? Può provare
e vedere, se vuole.-
Per
un attimo che sembra lunghissimo i due si fronteggiano: Chelm sudato e stanco e
la vampira sorridente i cui canini scintillano alla luce lunare, poi Chelm
abbassa la pistola.
-Vattene.- dice –Oggi mi hai salvato la vita e
siamo pari. Riprenderemo lo scontro un’altra volta.-
-Ci rivedremo Chelm e Fraser.- è la calma risposta
di Lilith –Non solo per mantenere la mia promessa, ma perché qui oggi c’è stata
la manifestazione di un male oscuro e molto antico ed io credo che sia
interesse di noi tutti combatterlo. Forse ci ritroveremo alleati contro colei
che porta il mio stesso nome, ma è nemica del genere umano e molto più malvagia
di quanto io potrei mai sperare di essere.- Lilith diventa nebbia e scompare,
mentre le sue ultime parole raggiungono Chelm -Non lo dimentichi Ispettore… e
non dimentichi nemmeno che c’è un altro a cui deve la vita oggi… e nemmeno lui
è vivo.-
Lo
scheletro… è scomparso. Possibile che fosse davvero colui che Chelm sospetta?
Sarà facile scoprirlo, meno facile capire cosa sta succedendo e che razza di
orrore hanno di fronte.
In
una villa di Lambeth una mano si abbassa in un ultimo gesto disperato e mena un
fendente con un improvvisato punteruolo di legno. Il colpo raggiunge quasi il
bersaglio, mancando il centro del cuore di pochi millimetri, ma è sufficiente
per far sì che il Conte Orlok barcolli all’indietro lanciando un urlo bestiale.
Il Sergente Henderson approfitta del vantaggio. Con le sue ultime forze si
lancia contro il vampiro e spinge il punteruolo più a fondo. Ancora il vampiro
urla mentre l’orribile parodia di vita abbandona il suo corpo. Scivola a terra
e quasi immediatamente di lui non rimane altro che polvere e dei vestiti neri.
Allo
stesso tempo l’attacco dei topi cessa e gli agenti sono in grado di allontanare
i piccoli animali. Uno degli agenti si avvicina a Henderson e gli chiede:
-Tutto a posto signore?-
Il
sergente scuote la testa, poi risponde:
-Adesso si… credo…- guarda verso i resti del suo
avversario -… ma mi chiedo se capirò mai cos’è successo qui oggi.-
È
stata una lunga notte, ma è finita. A poco a poco le aggressioni di vampiri e
morti viventi si sono esaurite e con il sorgere del sole tutto è tornato, o
almeno così sembra, alla normalità.
Seduti
di fronte alla scrivania dell’Ispettore Chelm Frank Drake e Blade hanno
ascoltato il resoconto dei fatti capitati all’Ispettore ed al Sergente
Henderson.
-Ho ritenuto opportuno parlarvene…- sta dicendo
Chelm -… perché quell’ultimo discorso di Lilith mi ha lasciato perplesso. Chi
sarebbe questa lei col suo stesso nome, ma molto più malvagia e nemica di tutti
noi? Come si concilia col fatto che sono usciti i morti dalle tombe e col fatto
che gli uccisi in quel raid sono rinati immediatamente come vampiri senza
aspettare i canonici tre giorni? E perché quel vampiro tedesco si è dissolto in
cenere subito dopo essere stato colpito al cuore con una velocità
impressionante? Mi chiedo se non sia tutto collegato.-
-Se posso interloquire, signore…- interviene il
Sergente Henderson -… c’è stata quella frase del Nachzehrer… del vampiro…
il mio tedesco non è granché, ma sono sicuro che c’era il nome Lilit in quella
frase.-
Frank rimane pensieroso per un po’, poi sembra colto da
un’ispirazione:
-Ispettore, ha una
Bibbia, per caso?-
-Beh…-
-Ne ho una nella mia
scrivania.- gli risponde Kate Fraser -Tieni.-
Frank la scorre rapidamente e quindi legge:
-Isaia 34:14: “Le bestie selvagge del deserto incontreranno
anche le bestie selvagge dell’isola ed il satiro chiamerà il suo simile; anche la
civetta si fermerà lì e vi troverà la propria dimora”.[4]
Questa è la traduzione autorizzata da Re Giacomo, [5]
ma la versione originale diceva pressappoco: “… Lilith vi riposa e vi trova una
dimora”. -
-Lilith… come la Figlia di
Dracula.-
Frank
scuote la testa e scambia uno sguardo d’intesa con un Blade corrucciato:
-No, non lei, ma qualcosa o
qualcuno di infinitamente peggiore e più pericoloso. Qualcuno che io e Blade ed
altri ancora[6] abbiamo
affrontato qualche tempo fa e che speravamo fosse scomparsa per sempre… ma,
come si dice: l’erba cattiva non muore mai. Se è come temo, i nostri guai sono
appena iniziati.-
E
come a sottolineare le parole di Frank ecco che si ode il lugubre grido di una
civetta.
La neve è rossa di sangue ed il sangue traccia anche la scia di impronte che si perdono all’orizzonte. La tempesta artica presto cancellerà ogni traccia… e forse porterà via con se anche l’ultima traccia del passaggio dei demoni su questa terra desolata: una lunga spada infissa al suolo e con la lama insanguinata.
NOTE
DELL’AUTORE
Non c’è molto da chiarire su quest’episodio e tanto vale cominciare senza indugio:
1)
Appare
su queste pagine Lilith la Madre dei Demoni, da non confondere con Lilith la
Figlia di Dracula, stesso nome, ma personaggi diversi. Anzi, si può dire che il
nome della seconda è stato ispirato dalla prima. Lilith la demonessa (che
brutto termine -_^) è un personaggio molto antico di cui si trovano le tracce
della mitologia accadica, sumera e assiro-babilonese. È un demone femmina
citato nel prologo al poema epico sumero “Gilgamesh” col nome di Kiskil-lilla;
per i Babilonesi era Lilitu, che con i compagni Lilu, Idlu Lili e Ardat Lili si
aggirava nelle notti per cacciare ed uccidere i neonati, preferibilmente
maschi. Col nome Lilith la si ritrova nella tradizione ebraica soprattutto
posteriore alla Bibbia, dove è la prima moglie di Adamo, creata col la stessa
sostanza del primo uomo e che si ribellò a questi perché Adamo non era disposto
a concederle l’eguaglianza. Fuggita dall'Eden si unì al demone Asmodai o
Asmodeo o Asmodeus, se preferite, e partorì i suoi figli i Lilin. Questa Lilith
è nemica dell’Umanità in quanto discendente da Eva, colei che prese il suo
posto al fianco di Adamo. Il mito ebraico parla anche della lussuria di Lilith
e tradizioni più recenti la accreditano come sposa di Satana e Regina
dell’Inferno.
2)
Questa era, per sommi capi, la Lilith mitologica, ma esiste
anche una Lilith made in Marvel. Tanto per cominciare, in Conan The Barbarian
38 (Conan & Ka-Zar, Corno, #12),
adattamento per mano di Roy Thomas & John Buscema di una storia di Robert
E. Howard senza Conan come protagonista, appare come avversaria il demone
Lilitu, chiaramente basata sull’omonimo demone babilonese. Molti anni dopo in
Spirits of Vengeance #1 (All American Comics, Comic Art, #47) fa il suo debutto
Lilith, la Madre dei Demoni, creata da Howard Mackie & Adam Kubert. Si
tratta dello stesso personaggio? Io propendo per il si, ma la questione è
aperta al dibattito. Diciamolo subito, però: questa Lilith non ha un briciolo
del fascino della Lilith mitologica e quanto a personalità ne ha praticamente
zero, cosa che si può dire anche per la sua progenie, i Lilin, tra cui
narrativamente se ne salvano giusto un paio.
3)
Di questa Lilith se ne erano perse le tracce al termine
della saga “L'assedio delle Tenebre", dove l’avevamo lasciata incinta
della progenie di Zarathos, il demone che per molto tempo è stato fuso con
Johnny Blaze nella forma di Ghost. La sua prima apparizione in Marvelit su Spiriti
della Vendetta #1 ce l’ha mostrata incinta e con un travaglio difficile mentre
mandava uno dei suoi discendenti, il vampiro Blackout, alla ricerca della Spada
di Foundry, un artefatto magico fabbricato e custodito dalla misteriosa
confraternita del Sangue. Blackout l’aveva trovata, ma solo per vedersela
sottrarre da un misterioso individuo di natura presumibilmente demoniaca. È da
questo punto che io la riprendo e cercherò di risolvere i punti rimasti in
sospeso dopo l’abbandono di Xel, tra cui: è possibile che dopo tutto questo
tempo Lilith sia ancora incinta dei figli concepiti con Zarathos? E se no, di
chi è il figlio o figli che aspetta? Ne saprete di più nei prossimi episodi.
4)
Detto chiaramente, la mia intenzione è quella di riportare
Lilith alle sue radici mitologiche, che poi ne sia capace, resta da vedersi, il
tentativo lo farò comunque.
5)
Incidentalmente parlando, nella tradizione Lilith è anche la
prima vampira e progenitrice di tutti gli altri. Come si concilia questo mito
con la storia Marvel per cui il primo Vampiro sarebbe Varnae, creato dalla
magia del Libro di Darkhold ai tempi di Atlantide? Abbiate pazienza e vedrete
(o almeno lo spero -_^).
6)
Infine,
prima che qualcuno mi mandi i suoi strali opponendomi che ho fatto apparire nel
racconto un demone Ardat Lili maschio, quando nel mito babilonese Ardat Lili è
femmina, vi dico che mi sono limitato a riprendere il personaggio che appare
nel racconto citato di Howard adattato in storia di Conan. Se la confusione di
sessi sia opera di Howard (probabile) o di Thomas non so, ma così stanno le
cose. Vogliamo dire che si tratta di due Ardat Lili diversi e che l’Ardat Lili
maschio era il compagno di Lilitu/Lilith ai tempi di Conan, che è rimasto
imprigionato per millenni a causa di un incantesimo e che l’Ardat Lili femmina
del mito babilonese è una sua progenie? Magari è una spiegazione convincente.
Nel prossimo episodio: un male quale il genere
umano non conosce da un’eternità sta per scatenarsi e solo un manipolo di
coraggiosi ne è consapevole ed è pronto ad opporvisi, ma potranno farcela pur
avendo come alleata la Regina dei Vampiri con le sue orde? In più: il ritorno
del Mostro di Frankenstein.
Carlo
[1] In Spiriti della Vendetta #1.
[2] In Spiriti della Vendetta #13.
[3] “Vi farà sosta anche Lilith e vi troverà tranquilla dimora.” Dalla versione tedesca della Bibbia, Isaia 34:14.
[4] Libera traduzione dall’Inglese a cura del sottoscritto. -_^ Questa è la cosiddetta Versione di Re Giacomo (I), adottata dalla Chiesa Anglicana e dalle altre fedi protestanti di lingua inglese. La versione italiana, autorizzata dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana è appena di poco diversa: “Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora.”
[5] Giacomo I Re D’Inghilterra e Irlanda (1603-1625) e VI Re di Scozia (1567-1625), della Dinastia Stuart.
[6] I cosiddetti Figli della Mezzanotte, ovvero: Frank Drake, Blade, Hannibal King, Ghost, Vendetta, I Redentori del Darkhold, Morbius ed il Dottor Strange.